Via TRENTA CANI – antica strada tiggianese
Portico Medioevale (sec. XI – XV)
Via Trenta Cani è un tratto della strada – inizialmente un tratturo – che i Messapi (popolazione preromana) avevano costruito per collegare i centri di Basta (l’attuale Vaste, frazione di Poggiardo) e di Vereto (l’attuale Patù).
Il tracciato è stato ripreso dai romani nel III sec. a.c. che lo hanno inglobato nel prolungamento della via Traiana, poi denominata via Calabra o Sallentina dai bizantini.
Tracciato che si è mantenuto fino ai nostri giorni con la strada provinciale che attraversa Tiggiano, la n. 81, che collega Vaste a Gagliano del Capo, prima di Patù per precedenza alle strade superiori cui è sovrapposta, le statali 275 e 274.
L’aspetto attuale è stato determinato dalla dominazione normanna (XI sec.). In assenza di proprie famiglie regnanti sul posto, i normanni – mutuando elementi di organizzazione statale dai precedenti dominatori, i bizantini – si garantivano il controllo del territorio e della popolazione con delle strutture che realizzavano nei punti di maggiore circolazione ed incontro.
Una di queste era costituita da un portico a due o tre archi soprastante trasversalmente la strada in modo da poterla sbarrare per i controlli e contenente l’alloggio del personale militare ivi addetto.
Oltre alla funzione di difesa e di presenza del regno (paragonabile alla odierna presenza delle piccole stazioni dei carabinieri sul territorio nazionale), il complesso della struttura svolgeva anche una funzione amministrativa fiscale visto che il personale riscuoteva dazi e pedaggi.
Proprio quest’ultima funzione potrebbe aver dato origine al nome della strada “via Trenta Cani” così chiamata popolarmente.
Nell’ultimo secolo del medioevo era in uso il “Grano”, una moneta non particolarmente pregiata, quindi maggiormente utilizzata negli ambienti ed occasioni meno ricche com’era il Capo di Leuca in quel periodo.
Con il termine “Trenta” si usava indicare una quantità in deposito (a differenza del termine “Cento”).
Si potrebbe ipotizzare, quindi, che la strada prenda il nome dalla funzione del portico, luogo dove venivano conservate le tasse pagate in “Grani””, dalla cui corruzione ed adattamento “”Trenta Cani””.
Tiggiano, agosto 2014.
A cura dell’Associazione